L’universale produce ed esclude il suo fuori, ne nega l’esistenza o lo relega nell’anacronismo e insignificanza. Francesco Spagna tratta in questo suo contributo l’enunciazione universalistica come diretta conseguenza di un eurocentrismo “sviluppista” e postcolonialista, che nega all’Altro il proprio bisogno di simbolizzazione, “espressione vitale di una cultura che resiste e non si sente votata alla scomparsa. Semplicemente un altro schema di civiltà, […] per molti aspetti non negoziabile”
Eliane Brum riporta in un articolo su "El Pais Brasil" l'intervento di Davi Kopenawa alle Nazioni Unite. "La mia gente ha il diritto di vivere in pace e in buona salute, perché vive nella propria casa. Siamo a casa nella foresta! "
Il 7 aprile 2018 si è verificato un fenomeno piuttosto raro: una esplicita richiesta da parte di un uomo in vita del riconoscimento di una sorta di trascendenza verso una dimensione non umana, verso una forma-mito. La richiesta è stata accolta da una larga parte della popolazione che lo sostiene, dato il ruolo che ha svolto quest’uomo nella storia recente del proprio paese: è Luiz Inácio Lula da Silva e il paese è quindi il Brasile. Traduzione dell'articolo di Eliane Brum, su El Pais, Brasile