La genesi di un libro uscito in questi giorni nelle librerie. Dalla provincia mozambicana di Manica, ai quartieri periferici di Roma sud-est. Con i contributi di Daniela Angelucci, Iain Chambers, Fabrice Olivier Dubosc, Federica Giardini, Sandro Mezzadra e Naoki Sakai. Introduzione e a cura di S. Rota
Con questa frase Sandro Mezzadra inizia la sua breve presentazione del comunicato del Collettivo del City Plaza di Atene. E’ una frase tratta dal libro “Amatissima” di Toni Morrison (titolo originale in inglese “Beloved”). Se si sposta l’accento su “pass” o su “on”, il significato va da “tramandare” a “tralasciare”, entrambi molto adeguati alla storia del City Plaza, così come di quella narrata nel romanzo di Morrison. Buona lettura.
Sandro Mezzadra presenta qui la sua relazione alla Biennale della Democrazia a Torino di oggi, 30 marzo. L’insorgere della visibilità dei “dispensabili” nelle pieghe della “partizione del sensibile”, modifica la forma e l’uso normale dello spazio dove tali azioni avvengono; produce nuove forme di democrazia, anticipa un mondo possibile.
Tra pochi giorni si aprirà a Marrakesh la conferenza sul Global Compact for Migration, a cui l'Italia non parteciperà. In cosa consiste, da dove sorge e quali obiettivi si dà questa Conferenza? In questo articolo, già pubblicato su Euronomade, Sandro Mezzadra ne parla, mettendo in evidenza i tre punti principali su cui si basa il Migration management: il carattere strutturale delle migrazioni, rendere produttivo il "capitale umano" che le compone, i diritti dei migranti. Senza mediazioni.
L’analisi delle operazioni estrattive del capitale non può essere limitata alle attività che definiscono queste pratiche in senso letterale. Al contrario, può e deve espandersi ad altre sfere di attività umana ed economica che negli ultimi anni hanno connotato in modo sempre più marcato la vita dei cittadini, intesa come luogo di produzione totale. L'estrattivismo, coniugandosi con pratiche infrastrutturali e logistiche, accompagna i movimenti delle persone, interagendo con le migrazioni
La terminologia usata abitualmente per classificare i migranti, al fine di collocarli dentro ambiti facilmente riconoscibili e abbinati a varie graduazioni di “accettabilità” e “utilità” non tiene conto delle reali condizioni, soggettive e oggettive, al cui interno prendono forma le migrazioni. In questo articolo, Sandro Mezzadra sottopone ad attenta critica questi termini, tenendo come bussola il tema che percorre tutti i suoi studi sul tema: la capacità soggettiva dell’azione.