La genesi di un libro uscito in questi giorni nelle librerie. Dalla provincia mozambicana di Manica, ai quartieri periferici di Roma sud-est. Con i contributi di Daniela Angelucci, Iain Chambers, Fabrice Olivier Dubosc, Federica Giardini, Sandro Mezzadra e Naoki Sakai. Introduzione e a cura di S. Rota
In questo piccolo volume, composto da contributi di studiosi/e di varia estrazione, si racconta un po' anche la storia di Transglobal. A marzo in libreria
Ha senso parlare di Antropocene? Esiste davvero un anthropos, un'umanità collettiva responsabile di questa nuova era che siamo soliti definire Antropocene? Fabrice Olivier Dubosc dialoga a distanza con i relatori di una serie di conferenze tenute a Rio nel 2014 su questi e temi e sulla possibilità di interrogare il presente utilizzando categorie analitiche non universaliste, che rimettano al loro posto, "traducendole", le responsabilità, le versioni, i noi e gli altri, i limiti e i confini.
Al Mamun, un ragazzo ventenne, mette in scena in modo chiarissimo il significato di paesaggio, come rapporto tra soggetto e luogo di vita, Un rapporto mai statico, che modifica costantemente i due elementi, Evocativo di ricordi di altri luoghi o ambito in cui collocare il proprio vissuto presente, il paesaggio raccontato da Al Mamun svolge il ruolo di mediazione culturale tra luoghi spazialmente e temporalmente lontani. Laurea ad honorem in visual sociology ad Al Mamun!
Esiste un rapporto intrinseco tra cittadinanza, confini, conflitto e traduzione, giocato sulla visione e produzione dello straniero come “nemico”. Ètienne Balibar analizza in questo suo articolo il modo in cui quei concetti si intrecciano nello spazio mobile che si delinea tra Europa e il suo esterno, ma che definiscono anche ambiti di agibilità, di vita, di produzione di soggettività all’interno dell’Europa stessa, creando nuove stratificazioni sociali, politiche e culturali.