L’obiettivo delle "politiche dell'identità" non è solo, o non è tanto, la produzione di identità associate a “corpi docili”. Per far sì che ogni sua declinazione sia reinvestibile produttivamente nel sistema di norme, quelle stesse politiche devono includere – differenzialmente – ogni identità e rivendicazione a essa associata nelle pratiche discorsive che legittimano e rendono fruibile quel sistema
A partire dall'esperienza del collettivo GKN, una riflessione su due termini, mutualismo e articolazione, che riconducono a una domanda fatta quasi 50 anni fa: "Quando parliamo di lotta di classe, di che lotta stiamo parlando?" (M.F.)
La vitalità umana astratta si sostanzia nel cyber-spazio in cui siamo immersi al punto da non renderci neppure conto, ogni volta che interagiamo con delle macchine, le quote enormi del nostro “pensiero” che le stiamo affidando.
Un video prodotto grazie alla collaborazione con Associazione Liguri nel Mondo su un luogo simbolo dell'emigrazione ligure, Favale di Malvaro.
Ideazione e Progettazione, Stefano Rota e Laura Odasso
Videomakers, Federico Telari e Gianfranco Pangrazio
Musiche, elettronica Simone Seminerio, sassofono Stefano Mati
Dallo sfruttamento della forza lavoro all'estrattivismo dai corpi: la comprensione delle attitudini sul lavoro del soggetto produttivo delle piattaforme può essere compresa solo se inserita nel contesto più ampio che mette in relazione il corpo con il tempo, le norme con i valori, l’estrazione con l’inclusione.
Una lettera di metà dicembre 1917 scritta a Sophie Liebknecht. Rosa Luxemburg scrive di alberi di Natale, libri e bacche. Della gioia con cui affronta il carcere e della compassione per i bufali maltrattati. La sua lettera è un documento storico prodotto da una figura di spicco del movimento comunista del secolo scorso. Solo un racconto intimo.
Un articolo pubblicato da "Altraparola" e qui ripreso, in cui si prova a discutere in modo tanto ampio quanto provvisorio del tema dell'Intelligenza Artificiale
Abbiamo di fronte un lavoro decisivo, che può essere svolto solo se facciamo dell’inchiesta l’asse portante della nostra volontà di capire, in nome di un attivismo che non può attendere oltre e, soprattutto, non può percorrere le comode strade basate su modelli interpretativi che manifestano, da ieri, tutta la loro inadeguatezza.
Morzaniel Ɨramari, il primo regista yanomami, pubblica "Mãri hi - L'albero del sogno", un ritratto di come i messaggi della foresta raggiungono gli sciamani di un popolo vessato dall'estrazione dell'oro. Un articolo pubblicato su SUMAÚMA - Giornalismo dal Centro del Mondo, con video del film
Boaventura de Sousa Santos, direttore emerito del Centro di Studi Sociali dell'Università di Coimbra, espone in pochi punti una tesi che, solo apparentemente, può sembrare fantasiosa: l'Occidente nel mondo è isolato