Un video prodotto grazie alla collaborazione con Associazione Liguri nel Mondo su un luogo simbolo dell'emigrazione ligure, Favale di Malvaro.
Ideazione e Progettazione, Stefano Rota e Laura Odasso
Videomakers, Federico Telari e Gianfranco Pangrazio
Musiche, elettronica Simone Seminerio, sassofono Stefano Mati
Dallo sfruttamento della forza lavoro all'estrattivismo dai corpi: la comprensione delle attitudini sul lavoro del soggetto produttivo delle piattaforme può essere compresa solo se inserita nel contesto più ampio che mette in relazione il corpo con il tempo, le norme con i valori, l’estrazione con l’inclusione.
Una lettera di metà dicembre 1917 scritta a Sophie Liebknecht. Rosa Luxemburg scrive di alberi di Natale, libri e bacche. Della gioia con cui affronta il carcere e della compassione per i bufali maltrattati. La sua lettera è un documento storico prodotto da una figura di spicco del movimento comunista del secolo scorso. Solo un racconto intimo.
Un articolo pubblicato da "Altraparola" e qui ripreso, in cui si prova a discutere in modo tanto ampio quanto provvisorio del tema dell'Intelligenza Artificiale
Abbiamo di fronte un lavoro decisivo, che può essere svolto solo se facciamo dell’inchiesta l’asse portante della nostra volontà di capire, in nome di un attivismo che non può attendere oltre e, soprattutto, non può percorrere le comode strade basate su modelli interpretativi che manifestano, da ieri, tutta la loro inadeguatezza.
Morzaniel Ɨramari, il primo regista yanomami, pubblica "Mãri hi - L'albero del sogno", un ritratto di come i messaggi della foresta raggiungono gli sciamani di un popolo vessato dall'estrazione dell'oro. Un articolo pubblicato su SUMAÚMA - Giornalismo dal Centro del Mondo, con video del film
Boaventura de Sousa Santos, direttore emerito del Centro di Studi Sociali dell'Università di Coimbra, espone in pochi punti una tesi che, solo apparentemente, può sembrare fantasiosa: l'Occidente nel mondo è isolato
Il desiderio è da sempre oggetto d'interesse del potere, definendo con modalità diverse, ma fini sostanzialmente uguali, il rapporto tra autorità e individuo. Nei social network questo rapporto si fa quotidiano, intimo, estendendosi "al profondo offline delle nostre coscienze".
Se c’è ancora un futuro, questo sta nella conquista della potenza che ci permettere di coglierlo e frequentarlo nelle pratiche collettive, relazionali e visibili che producono confusione e disordine. L’esperienza ordinaria, fisica, che facciamo di quelle pratiche consente di sperimentare oggi il futuro come sensazione che ci sottrae o ci fa disertare temporaneamente dall’ordine sociale che, per sua natura, tende a negarlo.
Un incontro casuale ha consentito di collegare poche e provvisorie riflessioni separate da alcuni decenni. Le più antiche sono state rese possibili dalla guida di Massimo Quaini. Ciao professore!